Inizio anno rovente per la scuola italiana. E non solo per le alte temperature ma per i disagi derivanti dal problema delle cattedre scoperte. Alla faccia delle rassicurazioni, il nuovo anno sembra destinato a segnare numeri da record, con 250mila posti vacanti.
L’esercito dei precari ha insomma ingrossato le proprie fila. Allo stesso tempo, a pochi giorni dal suono della prima campanella, mancano all’appello ancora molti docenti.
A inaugurare l’anno per prima sarà dal 5 settembre la provincia di Bolzano, mentre gli ultimi studenti a tornare in classe apriranno i libri il 16 settembre.
LA PROTESTA DEI SINDACATI
A puntare il dito sulla situazione sono i sindacati, per i quali numeri così alti mettono a rischio la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento, con conseguenze negative sulla qualità dell’apprendimento.
Per avere un’idea della problematica è eloquente il caso della Lombardia. Ancora oggi, spiega il segretario della Flc Cgil Lombardia, Massimiliano Conca, sono in corso le procedure per assegnare i primi 6mila posti. Le immissioni in ruolo saranno avviate solo dal 1 settembre e si dovranno concludere per 5mila cattedre entro il 31 dicembre. “Noi auspichiamo che non si arrivi a quella data e che per ottobre le operazioni siano concluse. – spiega Conca – Il succo, però, è che all’inizio delle lezioni mancheranno i 5mila della seconda fase delle immissioni in ruolo, più gli altri quasi 6mila posti vacanti, più 13mila docenti dell’organico di fatto, quindi partiamo con quasi 25mila docenti in meno”.
MANCANO ANCHE I DIRIGENTI
La precarietà riguarda non solo i docenti ma anche i dirigenti. “Abbiamo 200 scuole senza dirigente, 700 senza Dsga. – sottolinea Cosma – Per questi ultimi saranno coperti 369 posti con il passaggio di fuzione. Ma ne restano altri 350 su cui si dovrà procedere con nomina annuale. Una scuola che inizia senza Dsga e magari un reggente, non è che inizia benissimo”.