Fonte www.latecnicadellascuola.it (15 ottobre 2020)
Il Covid non sembra placarsi. Ieri il record di contagi in Italia in un solo giorno: oltre 7.300 casi. Aspettiamo venerdì (16 ottobre) quando sarà pubblicato un nuovo monitoraggio del ministero della Salute e, se l’Rt a livello nazionale superasse l’1.25 scatterebbero le indicazioni di emergenza dell’Istituto superiore di sanità. Se così fosse saranno avviate le zone rosse con lockown temporanei, l’interruzione di attività sociali e culturali a maggior richio di assembramento, la possibilità di interrompere alcune attività produttive e la restrinzione alla modalità interregionale. Inizierebbero anche gli scaglioni per entrare a scuola ed il potenziamento della DaD. La scuola è ancora sotto i riflettori. Mercoledì pomeriggio (14 ottobre) si è svolta una riunione convocata dal ministro dei Trasporti Paola De Micheli con le associazioni rappresentative delle aziende del Trasporto Pubblico Locale, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Up. Scaglionare gli ingressi degli studenti a scuola permetterebbe di decongestionare bus e metropolitane. Nessuno, però, ha contestato la misura dell’80% di capienza sui mezzi. “Da parte di Regione Lombardia e in particolare delle Agenzie Tpl – ha detto l’assessore lombardo alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità – è stato fatto il possibile per rimodulare il servizio, ma è chiaro che serve un’azione più incisiva da parte del Governo”. Ai presidi, però, l’ipotesi dell’ingresso a orario scaglionato nelle scuole medie e superiori non piace. “Vi sono esigenze che vanno contemperate; – ha detto Antonello Giannelli, leader Anp – è ragionevole scaglionare gli ingressi nel lasso di un’ora, prevedendo che alcune classi entrino alle 7,45 ed altre alle 8,45. Oltre, diventa problematico”. “In alcune realtà sarebbe difficile riuscire a coprire le cattedre. – ha aggiunto Maddalena Gissi, segreteria Cisl Scuola – E’ la mole complessiva degli spostamenti che crea problemi al sistema dei trasporti”.