Diventare insegnante è urgente o importante? Non necessariamente si deve scegliere una delle due opzioni, perché per chi lo considera importante potrebbe diventare anche urgente, se l’ipotesi che nelle ultime settimane ha preso quota ricevesse una conferma: nuove graduatorie docenti nel 2021. Cosa ci insegna la lezione del COVID applicata alle dinamiche di reclutamento della scuola pubblica? Di certo che tutte le procedure in presenza hanno avuto degli intoppi: nemmeno convocato il concorso ordinario, interrotto quasi in dirittura finale quello straordinario. I posteri diranno se non sia andata meglio ai 430mila che stanno ancora aspettando il primo. Un altro elemento evidente è la repentinità con cui si è passati dalle parole ai fatti, o se volete dagli annunci ai fatti: pochi credevano che avrebbero aperto le istanze on line e poi da una settimana all’altra, via, piattaforma pronta e domande aperte. E’ accaduto sia per il concorsi che per le graduatorie provinciali supplenze, GPS, per le quali la finestra era di appena 16 giorni, dal 22 luglio al 6 agosto scorso per la precisione. In molti ricordano la corsa alla compilazione nel cuore della notte quando gli accessi erano minori e il sistema girava meglio. Ma soprattutto se lo ricordano gli ITP che in due settimane sono dovuti correre ai ripari per acquisire con stratagemmi roccamboleschi e studiate matte e disperatissime nel cuore dell’estate, i famigerati 24 CFU. Per il concorso infatti gli ITP potevano prescindere da questo titolo, improvvisamente diventati obbligatorio per le graduatorie. Gli inviti alla prudenza che timidamente i sindacati avevano lanciato, sono stati per lo più inascoltati, così come oggi lo sono le cassandre che ammoniscono a non perdere tempo, perché il Covid ha reso le ultime GPS praticamente già inservibili, prosciugate da domande compilate male, annullate, rinunce a trasferimenti per incarichi di pochi mesi. La mannaia del Covid, la paura – comprensibile s’intenda – a spostarsi nelle regioni più colpite dal contagio che coincidono con quelle più ricche di cattedre da ricoprire, ha provocato un ricorso massiccio ai cosiddetti contratti con clausola Covid anche nel mese di scuola in presenza e depotenziato la capacità di coprire l’organico in vista del prossimo anno scolastico. Soprattutto dopo la brutta avventura del concorso straordinario sarà molto improbabile che il Miur imbocchi la strada spericolata del concorso ordinario che prevede prove in presenza non solo scritte ma anche orali. C’è poi la ciliegina sulla torta: il via libera del giudice amministrativo alla presentazione di MAD anche per chi è in graduatoria, che toglie spazio a chi, senza titoli, ha cercato una supplenza nelle messe a disposizione. Valutazioni parziali ma che, sommate insieme, rendono non peregrina l’ipotesi di chi da parte sindacale e politica sostiene l’esigenza di andare ad una procedura bis per le graduatorie, in grado di sanare errori, incomprensioni, disfunzionamenti del debutto su internet e allo stesso tempo di rinfoltire le fila della seconda fascia. Dei supplenti. Quanto ai tempi di queste ventilate e non confermate per ora nuove GPS, il Miur non farà l’errore della prima stagione, concentrando la procedura in pochi giorni. Nei primi mesi del 2021 sono attese, perché scadute, le nuove graduatorie ATA. Potrebbero svolgersi in concomitanza o subito dopo. I tempi di formazione per chi è rimasto escluso dunque potrebbero esserci ma nella pianificazione di molti aspiranti docenti non sarebbe strano se ci fosse un’accelerazione, in vista di nuove graduatorie, anticipate di un anno rispetto alla scadenza naturale. Escludendo la prima fascia degli abilitati, nella seconda convergerebbe il mondo: chi aspetta i concorsi non svolti e chi era in graduatoria ma ha dovuto rinunciare all’assegnazione. A fare la differenza per le GPS, siano nel 2021 o nel 2022, saranno i titoli di accesso, soprattutto per le new entry: essere in regola dunque con 24 cfu, laurea magistrale e completamento della classe concorso.
Redazione