Fonte: Il Messaggero – 23 novembre 2020
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte mette in stand-by la scuola. Nessuna informazione ha anticipato sul ritorno in classe degli alunni delle Superiori a dicembre. Ogni decisione dipenderà dall’andamento dell’epidemia. «Non appena avremo pienamente riportato sotto controllo la curva epidemiologica interverremo per ripristinare la didattica in presenza nelle scuole», spiega Conte, che aggiunge: «Per il governo rimane prioritario consentire agli studenti che sono passati alla modalità didattica a distanza di poter recuperare al più presto la ricchezza di una offerta didattica incentrata sulla interrelazione personale tra docenti e alunni e degli alunni tra loro». Una posizione condivisa dal ministro della Salute Roberto Speranza che, al pari di Conte, ritiene la «scuola una priorità». E fa sapere che nell’esecutivo non è stata affrontata la questione del ritorno della didattica in presenza a dicembre. A caldeggiare il ritorno sui banchi è come sempre la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Ma si tratta di una corsa contro il tempo, considerato che incombono le vacanze di Natale fissate dal calendario scolastico tra il 23-24 dicembre e il 5-6 gennaio, a seconda delle Regioni. Nel Governo c’è chi consiglia cautela, e Conte e Speranza condividono questa impostazione, che riconosce la precedenza alle attività commerciali favorendo lo shopping natalizio. Insomma, non è ancora il momento per caricare la rete di trasporto con gli studenti. Alla base c’è una polemica (anche Matteo Renzi è per la riapertura) che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio cerca di stoppare: «Strumentalizzare la scuola è da irresponsabili. Non si può trasformare la scuola in un campo di battaglia, bisogna agire con serietà. La ministra Azzolina ce la sta mettendo tutta per garantire il regolare svolgimento delle lezioni. Ed è premura di tutto il MoVimento 5 Stelle far riaprire le scuole, in totale sicurezza e rispettando le norme anti-Covid, non appena ci saranno le condizioni». Gli ostacoli alla riapertura delle scuole non sono pochi, visto che anche oggi si moltiplicano le decisioni di sindaci costretti a chiudere perfino asili e primarie a causa dei contagi. Azzolina però non si arrende: «L’unica cosa per me scontata è che siano tutti d’accordo, e che tutti collaborino, per riportare quanto prima in classe studentesse e studenti che al momento stanno facendo didattica digitale a distanza. Io sto lavorando per questo». Anche nella convinzione – fanno sapere dal ministero dell’Istruzione – ribadita dal Comitato tecnico scientifico, dal ministero della Salute e dall’Oms, che «una chiusura prolungata delle scuole possa produrre un impatto negativo sui nostri studenti, dal punto di vista psicologico e della dispersione scolastica». Lo stesso coordinatore del Cts Agostino Miozzo ribadisce che la scuola «deve essere una priorità», anzi il primo tema al centro del dibattito politico sulle riaperture: «Anche perché», sottolinea, «nelle scuole la situazione è molto controllata, si usano le mascherine, il distanziamento, si lavano le mani, etc». E ricorda come anche altri Paesi europei (Francia, Germania e Gran Bretagna) abbiano dato «indicazioni rigorose per il mantenimento dell’apertura delle scuole».
Abstract articolo di A.Gen.