Fonte Corriere della Sera – 18 gennaio 2020
Roma Ognuno per sé. Oggi riaprono le scuole ma dopo l’intervento del Comitato tecnico scientifico sul ritorno in classe per gli studenti delle superiori non varrà per tutti i 2 milioni e 600 mila ragazzi d’Italia. Le scuole superiori possono tornare in presenza (fino al 75%) ma sono meno della metà le regioni che seguiranno le sue indicazioni. Per esempio il governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha dato l’ok al ritorno in presenza al 50% ma sottolinea «la contraddizione» tra il Cts per il quale «ora la didattica in presenza è compatibile con la zona arancione», e «l’Istituto superiore di sanità che parla del rischio di pandemia fuori controllo: avremo così regioni in zona gialla con Dad anche per le elementari e regioni in arancione con studenti delle superiori in presenza». Gli studenti di Valle d’Aosta, Abruzzo, Toscana e della provincia di Trento già dall’11 gennaio sono in classe, ma finora la maggioranza dei loro compagni ha continuato a seguire le lezioni da casa. Oggi poteva essere il D-Day con il rientro per tutti. Un nuovo «primo giorno» dopo quel 14 settembre che aveva segnato il ritorno sui banchi dal 9 marzo, quando l’Italia entrò in lockdown, e dopo il nuovo stop del 6 novembre. Invece si torna sui banchi solo in Lazio, Molise, Piemonte ed Emilia Romagna. Le altre regioni in zona gialla o arancione nonostante il nulla osta del Cts hanno deciso di aspettare ancora. (…) Una settimana ancora di Dad (fino al 25 gennaio) anche per gli studenti di Campania, Umbria, Liguria e Puglia. Anche il governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha deciso per il rientro a scuola il primo febbraio, anche se in zona arancione. «Al Cts chiedo: perché aumentate le restrizioni per le diverse zone ma permettete la scuola in presenza? Il mio gruppo di lavoro certifica il rischio di aumento contagi con la riapertura delle scuole, è prudente aspettare». E poi promette: «Chiederò ufficialmente al Cts che assicuri che con trasporti al 50% e distanziamento in classe di un metro non ci sia alcun rischio contagio».
Abstract articolo di Chiara Voltattorni