Il Re è nudo. La scuola, per buona pace di chi ha sostenuto il contrario, è un veicolo di contagio del coronavirus. Lo ha affermato ieri Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di Malattie infettive e primario di Malattie infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma, per il quale non ci sono dubbi: “gli eventi di questi giorni testimoniano che la scuola, intesa non solo come sede di aggregazione degli studenti, ma per ciò che avviene collateralmente alle lezioni (parlo degli autobus, degli spostamenti, dei gruppi che si formano quando si entra e si esce dall’istituto) rappresenta un elemento di diffusione del virus indubitabile”. E se qualcuno pensasse che le cosa fosse nota e che per convincersi non ci dovrebbe essere bisogno delle affermazioni di uno scienziato, ricordiamo che il ministro del passato governo fino all’ultimo ha puntato alla riapertura delle scuole, in quanto non era provata l’incidenza della trasmissione del virus tra i banchi. Il ministro Azzolina era stata ferma anche nella critica alla didattica a distanza, per poi riconoscerne la validità. “In questi mesi – ha scritto la grillina su facebook – ho lottato per il rientro in presenza di studentesse e studenti, perché le lezioni in classe sono insostituibili e la Dad può essere considerata solo una misura temporanea. La Dad, però, è stata anche una misura preziosa: un anno fa, quando la pandemia ci ha travolto improvvisamente – primo Paese occidentale ad esserne colpito – non avevamo punti di riferimento”. Insomma, sulla Dad ha riconosciuto che si è cambiata idea. Sul rientro in aula evidentemente la pensa allo stesso modo. Chissà che a lei e ai suoi ex collaboratori non le capiti di leggere le considerazioni di Andreoni. Nel caso consigliamo la lettura della favola “Il Re è nudo”. Ora hanno più tempo di leggere e, a essere cattivi, osserviamo che la cosa un po’ ci solleva.
Alberto Barelli