Anche nella scuola gli assembramenti sono il nemico numero uno per l’emergenza coronavirus. Succede però che ogni mattina prenda vita un assembramento lungo decine e decine di metri, composto da alunni e relativi genitori in coda proprio per sottoporsi al tampone. Della serie, se uno si presenta sano all’esame, in tanta ressa è la volta che può contrarre il virus, considerato che in coda ci sono i soggetti con sintomi influenzali e che devono ottenere il responso per poter tornare sui banchi. L’incredibile contraddizione si palesa ogni sacrosanta mattina da giorni e giorni di fronte all’ingresso dell’ospedale Amedeo di Savoia, la struttura torinese presidio di riferimento per le malattie infettive.
Ai primi sintomi lo studente deve sottoporsi al tampone per verificare che non sia affetto da covid-19 e, fin qui, niente di strano. Strano, se non incredibile, è che in tempi di (normale) influenza tutti gli studenti torinesi debbano concentrarsi nello stesso unico istituto. I genitori non ne possono più e, per inciso, anche il personale medico è sotto stress, essendo passata la media dei tamponi giornalieri da poche decine a ben seicento. Immaginate allora seicento teste e come minimo altrettante seicento teste di genitori in fila ogni giorno in attesa del proprio turno. Non fa bene allo stress, in primo luogo per gli stessi alunni ma anche per i genitori: Non fa bene alla salute, perché, se non c’è in questo caso il rischio di contagio, spiegateci dove riscontrarne uno maggiore. Insomma, ancora una contraddizione della quale è protagonista suo malgrado la scuola. Dopo le numerose segnalazioni sembra che le autorità competenti siano decise a ricorrere ai ripari. Sperém, intanto un’altra poco gloriosa pagina di un anno indimenticabile è stata purtroppo scritta.
Alberto Barelli