Fonte: Corriere della Sera – 12 novembre 2020
Otto euro e 72 centesimi. Questa la cifra che il ministero dell’Istruzione ha disposto per ogni insegnante per la formazione «del personale scolastico sulla didattica digitale integrata». Lo scrive nero su bianco e su tanto di carta intestata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (si suppone che abbia redatto il testo un qualche suo collaboratore) rispondendo ad un’interrogazione di Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva. Alto aspetto: Le uscite didattiche si possono fare «ordinariamente», non «saltuariamente». Ed ecco il testo zelante inviato dal ministero per spiegare i provvedimenti adottati per aiutare la scuola a distanza: «Già con il decreto Cura Italia una quota pari a 5 milioni di euro è stata destinata specificamente alla formazione del personale sulla Didattica digitale integrata, coinvolgendo 572.888 docenti». E’ chiaro che non tutti parteciperanno ai programmi del ministero, dando così la possibilità a chi organizzerà i corsi per i colleghi di poter disporre di un po’ più di risorse. Del resto al programma «Formare al futuro» organizzato quest’estate non hanno partecipato – si legge sempre nella nota del ministero – più di 8 mila insegnanti. Ma a voler leggere le intenzioni di viale Trastevere per la formazione dei prof, la matematica non inganna: i cinque milioni divisi per i quasi seicentomila insegnanti coinvolti significano meno di dieci euro di formazione. Con dieci euro non si fanno neppure venti minuti di ripetizione.
Abstract articolo di Gianna Fregonara