Fonte: il Manifesto – 27 novembre 2020
Scuole superiori chiuse fino al 7 gennaio e divieto di spostamento tra regioni per le vacanze di Natale. Sono queste le due indicazioni che escono da una febbrile giornata di incontri tra il premier Conte con i capidelegazione della maggioranza e poi i governatori con i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza. Due disposizioni pensate per contenere i contagi che dovrebbe entrare nel prossimo Dpcm che Conte firmerà il 3 dicembre. Le Regioni sono state compatte: «Aprire a dicembre sarebbe una mossa inopportuna, soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole, in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata», ha detto Giovanni Toti, attualmente alla guida della Conferenza delle regioni. Il loro parere è stato condiviso dai ministri Speranza e Boccia. Ora la palla passa a Conte, che invece vorrebbe riaprire come la ministra dell’Istruzione Azzolina. Ma è assai probabile che l’opinione dei governatori stavolta verrà ascoltata. Rispetto agli spostamenti tra regioni nel periodi di Natale l’ipotesi che circola al ministero della Salute è di bloccare tutti gli spostamenti, anche se tutta Italia sarà in giallo. (…) Resta ancora da chiarire se si potrà viaggiare per incontrare genitori e figli che vivono in un’altra regione, unica deroga possibile. Speranza ha spiegato ai presidenti che questa sarebbe la soluzione ottimale per evitare un ritorno dei contagi, ma la decisione definitiva- che avrebbe un impatto fortissimo sulle famiglie- non è ancora stata presa. Sul tema i governatori non hanno opposto particolari resistenze. «Sarà un Natale diverso, dovremo fare altri sacrifici, o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio», sintetizza Conte. Il coprifuoco resterà in vigore fino al nuovo al nuovo anno, probabilmente verrà spostato dalle 22 alle 23 per consentire ai negozi di restare aperti anche la sera. E anche per le messe di Natale che potrebbero essere anticipate. Spieha Boccia: «Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, della gente che soffre. Il Natale non si fa col cronometro ma è un atto di fede». Intanto si attende il nuovo monitoraggio dei dati e la cabina di regia che decide i colori della regione. Lombardia e Piemonte, a quanto si apprende, avrebbero le carte in regola per passare dal rosso all’arancione. Ma Speranza suggerisce un’altra settimana di massima cautela. Il governatore lombardo Attilio Fontana non ci sta: «Nonostante la mia opposizione, il governo intende tenerci in zona rossa fino al 3 dicembre». Conte potrebbe cedere: «Dai nuovi dati mi aspetto un Rt che è arrivato all11. E mi aspetto anche che molte regioni che ora sono rosse diventino arancioni o gialle. Sarebbe un bel segnale».
Abstract articolo di Andrea Carugati