Fonte: ItaliaOggi – 1 dicembre 2020
Il Ministro Azzolina non vuol sentir parlare di un nuovo piano per la riapertura in presenza anche delle scuole superiori: questo perché il piano c’è, è sempre lo stesso ma il problema è che non è stato da tutti attuato. Il piano avrebbe permesso di riaprire le scuole in sicurezza, a partire dagli scaglionamenti degli ingressi, per i quali dovevano scendere in campo gli enti locali per la riorganizzazione delle corse, all’introduzione dei test rapidi in caso di presunte infezioni da Covid. Il 7 gennaio per il ministero è questo il piano che va attuato per riaprire le scuole senza doverle poi richiudere. La novità nel dpcm che sarà promulgato venerdì è che scenderanno in campo i prefetti, che avranno il compito di fare raggiungere l’accordo tra enti locali e scuole per l’organizzazione dei trasporti urbani per consentire gli ingressi scaglionati. Le scuole dovranno dilatare ulteriormente gli orari di ingresso e uscita, mentre le aziende di trasporto incrementare le corse. (…). Tra le disposizioni che si attende vengano confermate quella sull’uso obbligatorio della mascherina durante la permanenza in classe, oltre che nei locali della scuola, anche per gli studenti che abbiano più di sei anni. Il solo distanziamento, quando i tassi di Rt erano in crescita, era stato valutato non sufficiente a evitare il contagio. La norma dovrebbe essere prorogata, chiedono alcuni esperti, a maggior ragione ora che si ritorna tutti al 100% in presenza alle superiori.Che non è una certezza. Tornare tutti in classe per il 100% delle lezioni resta infatti un obiettivo. Intanto la ministra dell’istruzione si sta adoperando per costituire un tavolo di cofronto Regioni, Comuni e Salute per risolvere anche i nodi dei test rapidi e delle procedure di quarantena e certificazione per la riammissione a scuola. Protocolli, tempi e modalità che spesso divergono sul territorio tra i vari dipartimenti di prevenzione.
Abstract articolo di Alessandra Ricciardi