Regioni che riaprono le scuole pur essendo in fascia rossa; scuole che invece restano chiuse in zona arancione. Neanche l’imminenza della Pasqua ha regalato un po’ di armonia alla scuola italiana, che vede le varie realtà del paese andare in ordine sparso. Non abbiamo parlato di regioni, perché se le differenti scelte potessero essere ricondotte a questa suddivisione territoriale già sarebbe qualcosa. Ma la diversità di organizzazione dell’insegnamento si registra anche all’interno delle regioni. Per fare un esempio, alcuni sindaci del Lazio hanno firmato ordinanze in contrasto con quanto disposto dal presidente della regione Nicola Zingaretti, che in pratica ha disposto per oggi e domani il rientro per i bimbi degli asili, delle scuole elementari e delle scuole medie. I sindaci ribelli sono stati chiari: “la riapertura delle scuole in presenza per soli due giorni, prima della sospensione per le vacanze pasquali, esporrebbe la popolazione al rischio di contagio proprio nel periodo di maggior diffusione di nuove varianti che risultano essere più aggressive sulla popolazione giovanile”. Il governatore della Campania De Luca deve invece fare i conti con la protesta dei genitori che, al contrario, chiedono il ritorno in classe per i propri figli. L’altro ieri i genitori hanno manifestato portando il famoso “latte al plutonio” davanti alla sede della Regione Campania. Il riferimento al “latte al plutonio” era stato fatto dal governatore De Luca per stigmatizzare la protesta di una bambina contro la chiusura della scuola. Se ci sono contrasti all’interno dei vari territori, figuriamoci se la linea delle regioni potesse essere univoca. Fino a dopo Pasqua l’indicazione è la chiusura delle scuole in zona rossa e, in zona arancione, l’apertura fino alle medie. Già da ieri si è andati in ordine sparso. Pur essendo in zona arancione la didattica in presenza continua a essere sospesa in Abruzzo, Molise e Basilicata, mentre in Trentino, attualmente in zona rossa, è stata decisa la riapertura dal 29 marzo degli asili nidi, scuole dell’infanzia e scuole elementari. Intanto nel governo i contrasti si stanno acuendo sulla questione dei precari. La bella notizia è che sembra che si stia lavorando seriamente per risolvere la situazione di ben centomila precari. Tutti contenti per la proposta? Macché. Per la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia (5stelle) si tratta di una prospettiva inaccettabile: “Una sanatoria dei precari storici del mondo della scuola non sarebbe accettabile. – ha tuonato – Sono certa che il Governo dei migliori vorrà selezionare i migliori anche per la scuola. Ho già rappresentato al ministro Bianchi la nostra visione e la posizione rispetto alle procedure di reclutamento. Ho portato ai tavoli proposte risolutive rispetto alle richieste urgenti del Paese: avvio dell’anno scolastico e immissioni in ruolo…”. Un altro fronte di contrasti è stato appena aperto.
Alberto Barelli