100% in classe: abbiamo scherzato

Abbiamo scherzato. La decisione di tornare al 100% degli studenti in classe è rimasta in campo per pochi giorni dopodiché, come previsto anche da Noi della scuola, il governo ha fatto marcia indietro. Ministri a parte nessuno, ovviamente, ci aveva creduto. Ciò non toglie che aver tolto di mezzo una prospettiva irrealizzabile abbia fatto tirare un sospiro di sollievo in primo luogo ai poveri dirigenti scolastici, altrimenti costretti ad attrezzarsi per compiere qualche miracolo per garantire il distanziamento. A loro spetterà la decisione in merito alla percentuale dei ragazzi da far tornare in aula, che sarà stabilita certo in base all’andamento dei contagi ma anche facendo i conti con la capienza dei mezzi di trasporto e la percentuale di insegnanti vaccinati. Su questi fronti la situazione è rimasta quella di sei mesi fa e Paola Mastrocola ha potuto ben intitolare il suo intervento di oggi (La Stampa) “Macchè istruzione, è una vergogna”. Lasciamo a lui commentare l’ultimo poco brillante capitolo di un anno iniziato in Dad e che finirà allo stesso modo: “Sappiamo da un anno che il problema è la trasmissione aerea in ambienti chiusi (…) Quel che andava fatto è molto noto, e fior di ingegneri e studiosi ce lo hanno ripetuto per un anno a suon di prove e documenti. Bisognava predisporre trasporti aggiuntivi, assicurare i posti alternati, magari prevedere orari diversi per l’entrata e l’uscita da scuola. Bisognava dotare ogni aula di filtri di alta qualità per la purificazione dell’aria, o rendere possibile il ricambio d’aria tra esterno e interno con dispositivi appositi. Bisognava prevedere un piano di distanziamento adeguato (non certo il metro tra bocca e bocca, che ormai si sa essere insufficiente). Si doveva insomma operare su tre fronti: trasporti, aerazione e distanziamento. (…) L’autunno è passato, è passato anche l’inverno e ora sta quasi finendo anche la primavera. E cosa facciamo adesso? Riapriamo!”. Ma tanto era un pesce d’aprile a scoppio ritardato, come tutte le decisione relative al disgraziato sistema scolastico italiano.

Alberto Barelli

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