Fonte: il Messaggero – 23 aprile 2021
Il decreto sulle riaperture ha inclinato i rapporti fra Stato e Regioni. A parte il braccio di ferro con la Lega sul coprifuoco, ieri è esplosa la rabbia delle Regioni, che accusano il governo di aver cambiato i termini degli accordi presi con i governatori. «Una cosa così non è mai successa», ha spiegato un infuriato Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli e della Conferenza delle Regioni. Fedriga non solo ha riconvocato in conferenza, via web, i suoi colleghi presidenti di Regione ma poi nel tardo pomeriggio ha scritto una lettera a Palazzo Chigi chiedendo che il decreto venga modificato rispetto ad alcuni dettagli inseriti ieri nel Cdm.
Il dito viene puntato contro la decisione di far salire dal 60 al 70% la percentuale minima di studenti delle superiori che da lunedì 26 devono tornare a scuola.
Le Regioni, tra le altre proposte, avrebbero preferito fin dall’inizio una soglia del 50% per la presenza degli alunni estensibile fino al 100% per le aree meno colpite dalla pandemia. (…) «Ferma restando l’amarezza per la decisione del governo di modificare unilateralmente la linea concordata in sede di incontro politico con le Regioni, le Province autonome, le Province e i Comuni in merito alla percentuale minima per la didattica in presenza – è scritto nella lettera inviata al governo – la Conferenza delle Regioni offre nuovamente la propria disponibilità all’Esecutivo nazionale per limare le incongruenze e le criticità contenute nella bozza di decreto-legge».
Il caso 70% ha consentito alle Regioni, senza distinzione fra presidenti di centro-destra e di centro-sinistra, e dunque senza appoggio politico alla battaglia portata avanti dalla Lega in consiglio dei ministri, di rilanciare la proposta di spostare alle 23 l’orario di avvio del coprifuoco. «In ragione dell’approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall’ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e culturali – si legge nella missiva -, si propone di valutare il differimento dell’interruzione delle attività e della mobilità dalle ore 22 alle ore 23». Le Regioni inoltre ripropongono di anticipare alcune riaperture come quelle delle palestre.
Abstract articolo di Mauro Evangelisti