Fonte: OggiScuola – 12 maggio 2021
Abstract articolo di Redazione
Sembrava cosa fatta ma la pubblicazione del Patto per l’Istruzione è bloccata da alcuni nodi restano difficili da sbrigliare.
Pare che le due tematiche più complesse siano quelle che riguardano lo stipendio dei docenti e il sistema di reclutamento degli stessi. Il Ministro Bianchi non ha ancora trovato la strada giusta da intraprendere e anche il confronto con i sindacati sembra non aver portato ai risultati attesi. Così il Patto viene messo in stand-by.
Se l’accordo tra il governo Conte e le sigle sindacali era di arrivare a 100 euro di aumento, oggi si sta ancora combattendo con i conti che non ritornano. Secondo le stime effettuate dal Sole 24 ore, con i fondi a disposizione, l’aumento che si può prevedere per gli insegnanti, precari inclusi, è di circa “90 euro lordi mensili, 50-55 euro netti, per un totale di poco più di 30mila euro lordi di retribuzione media annua secondo l’ultimo conto Aran”.
Sul tema reclutamento ci si è completamente impantanati. Da un po’ di tempo si sente parlare di sanatoria, poi ripensata come un percorso specifico per assegnare il ruolo ai precari, e poi ancora diventato una soluzione per tenere conto dei loro titoli e servizi. Insomma, un’idea sembra esserci ma non va in porto.
Il piano di stabilizzazione dovrebbe prevedere l’immissione in ruolo di non meno di 60 mila precari per coprire le cattedre vuote del prossimo anno, in numero molto elevato al Nord Italia.
Una parte di questi precari arriveranno dal concorso straordinario che si sta concludendo, ma non basteranno. E per questo è urgente mettere in atto una procedura semplificata.
Il costo dell’operazione potrebbe aggirarsi tra 1 milione e 1,3 milioni di euro: è forse qui che il progetto si ferma. E’ il Mef a dover valutare questo tipo di decisioni.
Nel frattempo le questioni si fanno sempre più urgenti. E se il Patto con gli eventuali accordi arrivano in ritardo, resterà poco tempo per mettere in moto la macchina e ripartire pronti a settembre.