Una strage, per usare un termine un po’ forte ma che ricorre tra gli studenti di fronte alle insufficienze ai compiti in classe o alle bocciature alla fine dell’anno scolastico.
Questa volta però stiamo parlando della serie infinita di bocciati tra le file degli aspiranti docenti e un dubbio sta serpeggiando: non sarà che sia da bocciare il concorso straordinario?
Fatto sta che tra rinunce, assenze, prove non superate, i dati dei risultati stanno dipingendo un quadro impietoso. I caso sono due: o il livello di preparazione degli aspiranti docenti è basso, oppure le prove sono troppo difficili. Rispetto a questa ultima possibilità va aggiunta una seconda ipotesi.
E cioè che sia l’intero iter concorsuale a essere troppo complicato e farraginoso. Ai posteri l’ardua sentenza. Invece con la conseguenza della strage di inidonei la scuola è chiamata a fare i conti fin da settembre. Il risultato infatti è che migliaia di cattedre resteranno scoperte. Altro capitolo doloroso è è quello del percorso per l’idoneità al sostegno. Tra lungaggini, sospensione del corso, e numero di posti limitato rispetto agli idonei, ancora una volta per molti resteranno solo incertezze.
Mentre si aspetta di sapere il destino degli altri concorsi si moltiplicano gli interrogativi sull’efficacia del modello fin qui seguito. Da parte nostro auguriamo una riflessione a tutto tondo. Il ministro dell’istruzione Bianchi ha annunciato la volontà di riformare l’accesso all’insegnamento, prevedendo l’assegnazione delle cattedre solo dopo aver conseguito l’idoneità attraverso il superamento di un concorso.
Per la verità ha anche spiegato che si dovrà semplificare le procedure. Speriamo che quest’ultima volontà non resti sulla carta. Se dovesse essere introdotta questa riforma senza riformulare le prove, il rischio è di ritrovarsi senza docenti.
Direttore Dott. Alberto Barelli