Fonte: il Sole 24 Ore – 21 maggio 2021
Abstract articolo di Eugenio Bruno e Claudio Tucci
Il decreto Sostegni-bis assicurerà alla scuola un maxi-piano di assunzioni per 70 mila docenti. Inclusi una mini-sanatoria per 18.500 precari e un concorso sprint per 3mila docenti Stem. Ma il pacchetto include anche uno stanziamento da 400 milioni per l’acquisto di beni e servizi per l’emergenza (di cui 50 per le paritarie) e uno stanziamento da 70 milioni per il noleggio di gazebo e l’affitto di locali aggiuntivi con cui tamponare il sovraffollamento nelle classi.
L’obiettivo Il mix di assunzioni ordinarie e nuova stabilizzazione punta a coprire già a settembre quante più cattedre possibili delle oltre 100mila scoperte. Attingendo innanzitutto a i precari presenti nelle Gae (graduatorie a esaurimento) e nelle graduatorie di merito dei vecchi concorsi.
Per un totale di circa 22.500 unità. Insieme a loro saranno assunti (in una volta sola) i 26.500 vincitori del concorso straordinario per medie e superiori in via di conclusione.
Per le cattedre che risulteranno ancora vacanti sarà previsto, sia per i posti comuni che per il sostegno un percorso concorsuale che prevede l’assunzione a tempo determinato di docenti abilitati e specializzati presenti nella prima fascia Gps (Graduatorie provinciali per le supplenze) che abbiano, oltre al titolo, anche almeno 3 anni di servizio negli ultimi 10: alla fine dell’anno di formazione dovranno sostenere una prova di fronte a una commissione esterna alla scuola dove hanno prestato servizio.
Superandola saranno assunti a tempo indeterminato. Alla prima fascia Gps potrà iscriversi anche chi completerà percorso di specializzazione sul sostegno entro il prossimo 31 luglio. Secondo le primissime stime, in questo corso-concorso “sanatoria” potrebbero essere interessati 11mila docenti di sostegno e 7.500 comuni. (…)
L’ok al decreto Sostegni e soprattutto il via libera alle misure sui precari hanno sbloccato anche l’impasse sul “Patto per la scuola” che durava da quasi due settimane.
E che è finita ieri sera quando a Palazzo Chigi, alla presenza del premier Mario Draghi, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e i rappresentanti di 7 sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Cisal, Cida, Codirp) hanno posto la loro firma in calce all’intesa.
Otto pagine di impegni (generici per la verità) che fanno delle scuole «il volano della crescita culturale ed economica del paese» e delineano la cornice degli interventi per programmare l’offerta formativa, intervenire sugli organici, rendere regolari le procedure di reclutamento, innalzare il livello di istruzione, potenziare la formazione dei docenti (dove è stata eliminata la definizione di «diritto soggettivo», ndr), intervenire sulle politiche salariali, valorizzare il personale.
Un «punto di partenza» per ammissione dello stesso Bianchi, che secondo Licia Cianfriglia (Cida) va migliorato perché «carente in alcuni passaggi importanti».