Fonte: ItaliaOggi– 25 maggio 2021
Abstract articolo di Carlo Forte
Giovedì scorso, il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, su delega del presidente del consiglio, Mario Draghi, ha sottoscritto un accordo in 21 punti con le confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Confsal (confederazione di cui fa parte lo Snals) e Cisal (che comprende l’Anief).
Accordo che, però, non è stato siglato dalla Cgs: la confederazione che comprende la Gilda-Unams. Il testo negoziale è una prima intesaper una discussione con i sindacati: reclutamento, formazione, sicurezza, abbandono scolastico, continuità didattica, rinnovo del contratto di comparto.
Positivi i primi commenti dei sindacati, che aprono a una stagione di confronto. Di tutt’altro tenore invece le dichiarazioni di molti degli stessi sindacati alla lettura della bozza del nuovo decreto Sostegni e delle norme che danno attuazione al piano per i precari, uno dei dossier più importanti proprio dell’intesa. Con la Cgil e la Uil che chiedono modifiche in parlamento. (…) Alla lettura del decreto-legge Sostegni-bis le sigle sindacali hanno espresso forti perplessità sul contenuto del dispositivo che avrebbe dovuto dare attuazione al patto.
«Le soluzioni previste nel DL Sostegni bis»
ha detto Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil «non sono sufficienti a coprire dal 1° settembre tutti i posti disponibili e a superare la grave emergenza del precariato». Ed aggiunge: «La pubblicazione della bozza del decreto contestualmente al Patto è stata un’operazione mediatica tesa a confondere i lavoratori.
La norma che il governo sta per varare contiene diverse misure non condivisibili: le assunzioni sono riservate solo alla 1 fascia, mentre noi chiediamo di estendere alla seconda; sulla prima fascia il requisito dei tre anni va rimosso, perché serve solo a ridurre le assunzioni, le semplificazioni del concorso ordinario con i quiz accorciano i tempi ma non aiuta chi dovrà fare quel concorso e non dà garanzia di riconoscimento del merito».
Critico anche Pino Turi, segretario dalla Uil scuola:
«Si interviene sulla mobilità dei docenti al fine, è scritto nel testo governativo, di tutelare l’interesse degli studenti alla continuità didattica, bloccando la domanda volontaria di mobilità per tre anni dal trasferimento o passaggio precedente, qualora in tale occasione abbiano ottenuto la titolarità in una qualunque sede della provincia chiesta. Una vera e propria ingerenza delle prerogative sindacali e della contrattazione integrativa sulla mobilità».
«La Cgs, confederazione cui appartiene la Fgu-Gilda» spiega Rino Di Meglio, segretario generale «aveva chiesto che si chiarissero prima i contenuti nei tavoli tecnici e solo successivamente si sottoscrivesse un patto che non fosse meramente un elenco di buone intenzioni. L’approvazione del dl Sostegni bis, senza alcun confronto con i sindacati, ha clamorosamente dimostrato che la Gilda aveva visto giusto, e che era bene non firmare».