Sono stati bocciati in centinaia e non ci stanno.
E dopo i mugugni, le proteste e i ricorsi alla magistratura si sono riuniti in comitato. L’ennesimo comitato di protesta del mondo della scuola. Solo che questa volta non si tratta di studenti e nemmeno degli aspiranti docenti bocciati al concorso.
Stiamo parlando niente di meno che dei dirigenti scolastici o, è il caso di dire, aspiranti tali, visto che la recente selezione si è conclusa con un esito amaro per ben quasi quattrocento candidati.
Una bocciatura non è mai piacevole ed è più che prevedibile che possa non andare giù. Ma a far diventare la questione un vero e proprio caso è il numero elevato di proteste per una modalità di prova ritenuta piena di aspetti discutibili, a iniziare dalla denunciata difformità di valutazione tra le varie commissioni. Commissioni che, per riportare un altro degli elementi contestati, in molti casi non sarebbero state regolari.
A far pensare che qualcosa non sia andato per il verso giusto è il dato di fatto con il quale ora si tratta di fare i conti: ben duecento ricorsi alla magistratura. Che di questi nessuno otterrà un riscontro positivo è difficile da sostenere e non c’è bisogno di avere facoltà di preveggenza per pronosticare che per il ministero si prospetta una bella grana.
Il problema, come viene sottolineato dal comitato «giustizia per l’orale», è che il prossimo anno mancheranno centinaia di dirigenti scolastici. I numeri diffusi nel documento parlano chiaro: a fronte di circa seicento pensionamenti, che porta il fabbisogno a mille dirigenti, in graduatoria residua si può contare su 897 candidati, cifra che sarà decurtata per le rinunce all’incarico.
Se questo è il quadro, non era il caso di pensare e organizzare prove di concorso più lineari, così da evitare polemiche, ricorsi tutt’altro che estranei alla storia italiana?
Direttore Dott. Alberto Barelli