E meno male che la matematica, assieme alle materie scientifiche, è tornata al centro dell’attenzione dei dirigenti del ministero dell’istruzione, perché il dubbio che si sappia fare i conti si fa sempre più serio.
Anzi, come è stato evidenziato in ultimo da un’inchiesta condotta da Il Sole 24 Ore, che, essendo il quotidiano di Confindustria, i conti sicuramente li sa fare bene, i dati parlano chiaro: in fatto di assunzioni dei docenti si sono sbagliati e di grosso: niente di meno che di trentacinquemila unità.
Tante sono le cattedre che rischiano di restare vuote. Se al ministero andasse un voto, in matematica una sonora bocciatura insomma non la scongiurerebbe nessuno.
Secondo i sindacati, a rendere ancora più cupo l’orizzonte è il fatto che il prossimo anno scolastico gli insegnati impiegati a tempo determinato saranno la bellezza di quasi duecentomila e si parla già di un nuovo concorso per i precari per rimediare.
Per la verità sarebbe più di una voce, dal momento che il provvedimento è inserito nel decreto del 25 maggio, ma anche in questo caso le certezze sono davvero poche.
Intanto una sonora bocciatura delle scelte relative alla scuola inserite nel decreto Sostegni-bis viene dalla Uil. Il dito viene puntato contro le “attività di recupero” previste a settembre, rispetto alle quali si parla si “invasione di campo legislativa nella materia contrattuale dell’orario di lavoro”.
L’accusa è di aggirare la contrattazione e si chiede senza mezzi termini l’annullamento di quanto previsto. Non piace neppure il contributo di 50 milioni di euro al sistema paritario, considerato “il solito regalo alle scuole paritarie”. La vera nota dolente è considerata comunque appunto quella relativa ai precari, le cui soluzioni sono ritenute il frutto di “veti e bandierine di partito che ne determina un pasticcio da cui è difficile uscirne e che sarà fonte di contenziosi visto anche le decisioni che ledono i più elementari diritti costituzionali”.
Per il sindacato non ci sono dubbi: sarà necessario introdurre modifiche in fase di trasformazione in legge, per permettere ai docenti non abilitati con tre anni di servizio di poter accedere alle immissioni in ruolo. Chi pensava che la pandemia avesse portato a una svolta anche in materia di istruzione si è sbagliato di grosso e anche il prossimo anno, purtroppo, ne vedremo delle belle.
Diretto Dott. Alberto Barelli