Save the Children ha scelto degli occhiali rossi per la campagna contro la dispersione scolastica, a simboleggiare che a tutti è richiesto di vedere meglio le esigenze e i desideri dei ragazzi.
Ci permettiamo di estendere il consiglio a chi è chiamato a gestire ogni ambito della scuola, perché, per non vedere i tanti problemi che potrebbero essere risolti con po’ di razionalità e spirito pratico, se ci viene passata la battuta, ci vuole di essere proprio orbi.
Ecco qualche esempio, che possiamo ricavare dalle (non troppe notizie) di questi ultimi giorni relative alla scuola.
La prima rappresenta un vero e proprio enigma, con il quale si ritrovano alle prese i migliaia di aspiranti docenti che hanno vinto il concorso ma che non capiscono come potranno conseguire l’abilitazione richiesta. Il vero mistero ci sembra rappresentato dal fatto che non si capisca come non si possa essere stati ancora capaci di risolvere la questione, visto che basterebbe l’approvazione di una semplice norma.
La precedente legge prevedeva che, oltre al superamento del concorso, sarebbe stato necessario conseguire attraverso uno specifico percorso l’abilitazione all’insegnamento. La norma in questione è sparita dall’ultimo decreto ma resta in vigore la richiesta di abilitazione. Per risolvere il tutto basterebbe approvare una norma che annulli definitivamente tale condizione. Una cosa semplicissima ma alla quale a oggi non si è ancora pensato.
Seconda triste vicenda. Tra Governo e sindacati è scontro sulla decisione di prevedere 25 ore di formazione obbligatoria per gli insegnati sul sostegno ai ragazzi con difficoltà. Ancora non è stato reso noto il decreto ma già i sindacati hanno comunicato che il progetto non piace.
Tutto rientrerebbe nel normale ordine delle cose, se non fosse per un particolare, che ha contribuito non poco a esacerbare gli animi: in base alla legge il decreto doveva essere approvato in trenta giorni. Ovviamente tale termine è stato ampiamente superato e si capisce bene come un andazzo del genere possa portare la controparte a non disporsi nel migliore dei modi.
Terzo esempio di un problema facilmente risolvibile ma che sta determinando conseguenze gravi. In molti, iscrivendosi alla graduatoria Ata, si sono confusi tra “conferma” e “aggiornamento”.
Si potrà rimediare, penserete voi. Così direbbe il buonsenso ma sembra che il nodo resti inestricabile. Il Ministro Bianchi anche recentemente ha ribadito che dopo la pandemia non si dovrà puntare al ritorno alla situazione precedente ma che si deve pensare a migliorare. Inizi con il dare un buon esempio su tali questioni, non impossibili da risolvere. Ma non ci sembra questa la strada.
Direttore Dott. Alberto Barelli