DECRETO SOSTEGNI BIS E SCUOLA: UN PATTO TRADITO

Un patto tradito. È questa la chiave di lettura che ricorre nei resoconti della stampa sulla giornata nazionale di mobilitazione del mondo della scuola di ieri contro il decreto Sostegni Bis. Una protesta che da Nord a Sud ha unito studenti e insegnanti di tutto il paese, contro un provvedimento che ha disatteso quanto invece promesso soltanto un mese fa.

Non appare esagerato parlare di tradimento: se la matematica non è un’opinione, i dati relativi alla questione dei precari parlano da soli. Su questo tema il Governo aveva annunciato a suon di trombe una soluzione definitiva. Invece, a fronte di 100 mila cattedre scoperte, il decreto prevede la stabilizzazione di appena 9 mila insegnanti. In pratica nemmeno uno su dieci.

Tra le tante dichiarazioni che continuano a rimbalzare anche sui social, le parole più dure sono quelle di Manuela Pascarella, responsabile precariato per la Flc Cgil. “I criteri per le stabilizzazioni sono stati costruiti scientemente a tavolino. – ha spiegato senza mezzi termini – Questo proprio per ridurre il numero delle persone da assumere in pianta stabile”.

La valutazione condivisa da chi ieri è sceso in piazza è che anche dopo la pandemia si è scelta la strada del taglio degli investimenti. E così, mentre di fronte a Montecitorio la protesta si è incentrata sulle rivendicazioni dei precari, in Sardegna il tema della protesta è stata quella delle classi pollaio. In alte realtà è stata sollevata in particolare la questione dei limiti del percorso di selezione per il sostegno, altra grande nota dolente.

La protesta non poteva risparmiare il concorso. Di fronte alle proteste il governo potrà anche fare orecchie da mercante. Con una sentenza di incostituzionalità, invece, ci sarà poco da scherzare. Il rischio di tale possibilità riguarda la norma che stabilisce che chi non supera la selezione non potrà presentarsi alla successiva. Incredibile ma vero, non bastassero i tanti problemi sul tappeto, è venuta fuori anche questa complicazione. Un motivo in più perché già a settembre ripartano le proteste, di cui ieri abbiamo avuto solo un assaggio.

Direttore Dott. Alberto Barelli

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