Fonte: tecnicadellascuola – 15 giugno 2021
Abstract articolo di Alessandro Giuliani
Per il procuratore Nicola Gratteri in Italia lo Stato spende troppo poco per la scuola. Investe somme non adeguate per migliorare la didattica e per pagare gli insegnanti, diventati nel frattempo sempre più poveri. Il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro è intervenuto ad un evento a Vibo Valentia, nel corso del quale ha detto che “negli ultimi 40 anni i governi non hanno voluto investire nel campo dell’istruzione perché un popolo ignorante, che ride di fronte alle barzellette, è più malleabile rispetto ad uno istruito”.
Docenti considerati sfigati
Nel frattempo, ha continuato il procuratore, “gli insegnanti sono divenuti sempre più poveri e il fattore economico è importante in una società consumistica e a volte un ragazzo è portato a guardare più al cafone con i soldi che all’insegnante sfigato”.
Un rinnovo di contratto in 10 anni
A questo riguardo, ricordiamo che nell’ultimo decennio l’unico incremento stipendiale prodotto è stato quello del 2019, quando le buste paga sono aumentate del 3,48%, come del resto deciso per tutto il pubblico impiego: il risultato è che le buste paga di docenti e personale Ata risultano tra le più basse d’Europa, dietro solo a quelle dei Paesi dell’Est e della Grecia.
L’attacco a Regioni e Comuni
Secondo Gratteri, ciò che accade in Italia sul fronte dell’istruzione è alla fine niente altro che “il risultato dello Stato che non investe: anziché spendere soldi per le sagre – ha tenuto a dire il procuratore di Catanzaro riferendosi alle scelte sugli investimenti fatte presso gli enti locali – si potrebbero investire in corsi ed incontri destinati ai ragazzi e ai docenti”.
Lo disse già nel 2017
Non è la prima volta che Nicola Gratteri esprime questi concetti.
Qualche anno fa, lo stesso procuratore capo aveva detto:
“I giovani vedono il ragazzetto con la macchina di grande cilindrata e lo considerano un mito, poi vedono l’insegnante con una utilitaria e lo considerano un morto di fame”.