Cari presidi siete avvertiti: non scatenatevi.
Dunque immaginate di essere un preside. Avete appena passato una settimana piena di problemi di ogni tipo da risolvere e vi apprestate ad affrontare un’altra giornatina all’insegna dell’emergenza sanitaria. Aprite le mail e la prima comunicazione che compare è «Non vi scatenate».
Controllate e ricontrollate l’indirizzo e non ci sono dubbi. Il mittente è l’Azienda sanitaria locale. Se singolare è l’esortazione a non scatenarvi, – e, detto per inciso, sai che voglia di farlo, con tutte le beghe da sbrigare – il contenuto può lasciare ancora più perplessi. L’invito, infatti, è a non affrettarsi a inviare segnalazioni di studenti o insegnanti positivi, causa intasamento nella lavorazione dell’arretrato. Dulcis in fundo, ecco la simpatica conclusione della missiva: «Scusate l’ironia… ce la faremo».
A proposito all’ironia, parolina che però ci sembra proprio fuori posto, verrebbe da dire che, se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere.
La considerazione da fare è, invece, che evidentemente mesi e mesi di emergenza sanitaria si stanno facendo sentire. Diciamo comunque che, finché lo stress e le tensioni trovano un simile sfogo, tutto sommato non c’è da preoccuparsi. Però diciamolo: i versi non son belli.
Il problema resta che, ancora una volta, la scuola fa notizia ma non per questioni legate alla didattica. Questo è il punto evidenziato dai presidi: «Nessuno riesce più ad occuparsi di cosa si fa a scuola.
– si lamenta Mario Rusconi, dirigente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio –
Siamo tutti occupati a vagliare i casi di contagio, contatto con positivo, quarantena, tamponi: nessuno ha più il tempo di occuparsi della didattica». Il presidente dell’Associazione presidi nazionale, Antonello Giannelli, rincara la dose: «I dirigenti e i loro collaboratori non riescono più a occuparsi di questioni scolastiche ma esclusivamente di problemi sanitari e parasanitari. In un momento in cui sempre più alunni e studenti, colpiti dalla pandemia, avrebbero bisogno di particolari attenzione e cure».
Si consolino Rusconi e Giannelli: anche le Asl non riescono a occuparsi di tamponi. Quindi meglio prendere tutto con filosofia, e prepararsi a chissà quali altre stravaganti comunicazioni.
Direttore Dott. Alberto Barelli