Libertà individuale
Ogni anno puntualmente si riaccende il dibattito sull’abbigliamento da indossare a scuola, sui limiti e tipi di abiti consentiti, ed ecco che nei vari istituti scolastici si rinnovano circolari di sensibilizzazione, scontri tra docenti e alunni e si torna a discutere su un argomento divisivo comi il dress code.
Il termine designa un approccio o strategia educativa che pone l’accento sulla negoziazione e il confronto tra soggetti, davanti a una sfida o a un tema.
Se pensiamo alla scuola, la “pedagogia del contratto” implica un incontro tra studente e insegnante all’insegna della condivisione del problema, dell’analisi delle possibili risoluzioni e della comprensione vicendevole delle emozioni vissute.
- Limitare l’uso nella scelta dei vestiti da indossare equivale ad una limitazione della libertà?
- E chi decide fino a che punto un abito può definirsi “succinto”, quindi idoneo, e quando no?
Questa metodologia prevede una vera e propria fase di discussione contrattuale durante la quale si scambiano vedute sulle varie problematiche ipotizzando possibili soluzioni.
Tra i vari elementi che caratterizzano la pedagogia del contratto due sono di particolare interesse e che differenziano questa modalità dalle altre, ovvero:
- la compartecipazione dei diversi soggetti coinvolti nella negoziazione degli obiettivi
- la reciprocità con cui tutte le parti si impegnano a rispettare i termini del contratto.
La pedagogia del contratto ha visto gli albori all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso quando Meirieu ha ripreso gli studi francesi sul miglioramento del clima di lavoro degli anni ’60 e ’70.
Educare alle regole in modo positivo
Nella pedagogia del contratto cambia il rapporto relazionale tra il docente ed i suoi alunni dove si verifica una maggiore interazione sociale.
Per la pedagogista francese Przesmycki si tratta di:
“un accordo negoziato in occasione di un dialogo tra i partner che si riconoscono come tali, al fine di realizzare un obiettivo, sia esso cognitivo, metodologico o comportamentale”.
Con questa metodologia si arriva ad una visione dello studente innovativa in quanto assume la stessa rilevanza del docente, nella fase di proposta e scelta decisionale, oltre a ricoprire un ruolo attivo lungo tutto il processo.
Lo scopo è quello di:
far acquisire ai discenti autocontrollo e misura,
inoltre si:
- incentiva ogni alunno a valorizzare le proprie capacità nell’argomentare idee e richieste da confrontare e discutere con il gruppo dei pari e con l’insegnante.
Il dirigente scolastico deve:
- svolgere un lavoro puntuale durante la fase di stesura del contratto, al fine di renderlo valido, indicando nel modo più preciso possibile l’obiettivo finale che si vuole raggiungere, in questo caso l’adozione da parte degli alunni di un codice etico sull’abbigliamento da indossare a scuola.
Tutti i soggetti che hanno partecipato alla redazione del contratto devono impegnarsi al rispetto di quanto formalizzato. Affinché il contratto stesso produca gli effetti positivi prefissati.
In questo contesto si genera un clima più sereno, fatto di regole condivise e non imposte, dove è più facile sensibilizzare gli studenti al rispetto dei limiti che loro stessi si sono imposti.
Dottoressa Gaia Lupattelli