E’ una gara a chi fa le promesse più grandi sulla scuola questa calda e generosa come non mai campagna elettorale.
Intanto però gli istituti non possono contare sul personale amministrativo sufficiente per riuscire a disbrigare le pratiche per ottenere quei pochi fondi a disposizione.
Il Governo è caduto solo da appena poche settimane ma, se si traducessero in realtà la metà dei provvedimenti promessi dai partiti in lizza, avremmo:
- gli insegnanti più pagati,
- edifici da sogni
- un percorso formativo che sfornerebbe scienziati a non finire.
E mentre si assiste a questa gara a chi, permettetecelo, le spara più grosse, il rischio è che non vengano approvati in tempo i decreti attuativi necessari per rendere applicabili i provvedimenti licenziati dal Parlamento, riforma del percorso formativo compresa.
Ma la preoccupazione più grande è relativa alla montagna di beghe burocratiche che le segreterie saranno chiamate a disbrigare a inizio anno scolastico. Alle pratiche ordinarie, che sono già per se stesse una bella montagna, vanno aggiunte le procedure previste per la richiesta dei fondi straordinari messi a disposizione anche attraverso il Pnrr.
A lanciare l’allarme è stato nei giorni scorsi il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli:
“Le scuole, per sfruttare al meglio gli ingenti fondi erogati, devono poter disporre di personale preparato. Le segreterie delle nostre scuole sono spesso sguarnite di DSGA e non possono contare su un sufficiente numero di assistenti amministrativi. Peraltro, alle funzioni di questi ultimi è spesso adibito altro personale, magari volonteroso ma non adeguatamente formato”.
Se questa è la situazione, speriamo che tra tante promesse ci sia quella relativa allo snellimento delle lunghe e complicate procedure burocratiche.
Non è che i presidi ci crederanno, ma potranno almeno fare finta di crederci per la pausa estiva e concedersi così qualche settimana spensierata prima di un rientro a scuola da incubo.
Direttore Dott. Alberto Barelli