Un tutor in ogni scuola: che sia la volta buona?
Fa ben sperare la dichiarazione di intenti del neoministro all’istruzione Giuseppe Valditara, che ha annunciato l’inserimento di tale progetto tra gli impegni prioritari.
Dopo anni e anni di annunci sembra che qualcosa di concreto si muova, perché la figura del tutor, introdotta per prima dall’università telematica eCampus ormai da qualche lustro, possa entrare a pieno titolo nel sistema scolastico italiano.
Nelle intenzioni del ministro la figura del tutor dovrà avere la funzione di assicurare un aiuto agli studenti in difficoltà, seguendo i ragazzi anche nel pomeriggio.
Ma tale supporto potrà essere assicurato anche agli studenti che vorranno accrescere le proprie competenze nelle materie nelle quali hanno già buoni risultati.
In concreto ogni scuola dovrà individuare un docente chiamato a svolgere tale. L’obiettivo per il ministro è chiaro: «tirare fuori il meglio da ogni studente». «Fissate le competenze minime, – spiega – la loro realizzazione nella vita dipende dalla valorizzazione dei loro talenti.
Che si può perseguire con una didattica personalizzata. Per potenziarla dobbiamo riflettere sulla opportunità di introdurre in ogni istituto la figura di docente tutor».
Se l’idea è colta positivamente dai presidi, le proposte per la riforma del sistema scolastico, relative anche agli istituti tecnici, trovano l’opposizione delle associazione degli studenti.
Netta la critica dell’Unione degli studenti: «Non vogliamo la scuola descritta dal ministro Valditara, – viene spiegato in ina nota – perché crediamo che l’istruzione non possa essere divisiva e ghettizzante».
Confermata quindi la mobilitazione del 18 novembre, che, all’indomani delle dichiarazioni del ministro, avrà tra le rivendicazioni la richiesta di supporti concreti e gratuiti per chi ha disturbi dell’apprendimento e per i ragazzi in difficoltà.
Alberto Barelli