I report della Fondazione Agnelli lasciano sempre a disposizione del dibattito pubblico dati utili sul mondo dell’Istruzione.
L’ultimo in ordine di tempo riguarda il numero di laureati italiani in discipline STEM, ovvero le materie di area scientifico-tecnologica, e mostrano divari importanti con il resto d’Europa.
“L’Italia continua ad essere indietro per il numero di laureati e in particolare per queste discipline – ha spiegato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione – Abbiamo una media di laureati del 6,7% in materie tecnico-scientifiche mentre in Europa la media è tra il 12 e il 13%”.
“Sono figure richieste dalle aziende, che chiedono sempre più anche delle competenze trasversali, come capacità di organizzazione o di lavoro in autonomia, che la scuola italiana non è attrezzata a fornire” ha aggiunto nel discorso pronunciato proprio in occasione del convegno annuale dell’Associazione italiana per la ricerca industriale.
Della mancanza di laureati in queste materie ne risente anche il sistema scolastico, che proprio nell’ambito STEM (matematica, fisica, scienze, ingegneria, informatica) vede alcune delle più grandi mancanze di personale.
Ed è notizia che si ripete quella di istituti costretti a pubblicare annunci nazionali per la ricerca di docenti, quando le graduatorie per l’insegnamento e le domande di Messa a Disposizione non risultano sufficienti a completare l’organico.
Altri dati forniti nella stessa occasione denunciano come, in Italia, il 51% della popolazione non raggiunga la soglia considerata minima di competenze matematiche.
In alcune regioni del sud il numero sale addirittura al 70%.
Infine, sempre in ambito STEM, c’è anche un’importante differenza di genere nella percentuale di laureati. Tra le donne, solo il 18,9% delle laureate ha un titolo in materie scientifiche, mentre per gli uomini la percentuale è del 39.2%.
Una differenza di oltre 20 punti che non ha eguali in nessun altro paese europeo.
Gaia Lupattelli