Dalle parole ai fatti.
Così si potrebbe leggere l’emendamento presentato dalla Lega, primo firmatario, il capogruppo Rossano Sasso, in merito alla possibilità di prendere il reddito di cittadinanza solo se si è finita la scuola dell’obbligo o un percorso di studi con una durata almeno triennale.
L’emendamento presentato arriva dopo le parole del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in merito alla misura introdotta nel 2019 dal governo Conte
In un’intervista rilasciata a Libero, Valditara ha detto: “Ben 140mila percettori di reddito di cittadinanza sotto i 30 anni hanno solo la licenza media e, in alcuni casi, soltanto la licenza elementare o neppure quella. Mi creda, contro la povertà è più utile una scuola di cittadinanza piuttosto che il reddito di cittadinanza”.
Lo scorso 23 novembre, in una nota, il ministro ha reso nota una ricerca effettuata dai tecnici ministeriali: “La ricerca ha dato un esito che il Ministro definisce “sorprendente e inquietante”, rispetto a cui annuncia di avere elaborato “una proposta che mostra come la parola Merito nella visione mia e del governo non sia un orpello retorico, ma costituisca un preciso indirizzo politico.
In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni. Di essi, abbiamo scoperto che ben 11.290 possiede soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media.
Ebbene, noi riteniamo si debba prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà.
Questi ragazzi preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita”.
“Il reddito collegato all’illegalità tollerata del mancato assolvimento dell’obbligo scolastico” prosegue il Ministro “è inaccettabile moralmente: significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge”.
Gaia Lupattelli