Diventa un caso la vicenda dei quattro ragazzi disabili rifiutati da oltre dieci scuole. All’indomani della denuncia di una delle madri, che ha avito ampio risalto nella stampa, la questione è approdata sul tavolo del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara.
Il Ministero ha avviato un’ispezione, che avrà l’obiettivo di fare luce su ogni aspetto di una storia che sembra di altri tempi. “Se confermato – ha affermato il ministro – il racconto dei genitori descriverebbe un quadro allarmante. Interverremo rapidamente per fare piena chiarezza su questa vicenda ed effettuare tutte le verifiche necessarie rispetto a una questione così importante e delicata, che merita la massima attenzione”.
TROPPE BARRIERE ARCHITETTONICHE
Al di là degli aspetti specifici, quanto sta emergendo evidenzia comunque tutte le carenze strutturali delle scuole italiane. A quanto è dato capire, alla base della mancata accettazione delle iscrizioni è la difficoltà di accesso all’istituto e alle classi, a causa delle barriere architettoniche.
Altro capitolo con il quale le scuole e le famiglie sono chiamate a fare i conti è la carenza di docenti di sostegno. Un problema che diventa spesso insormontabile quando si tratta di gestire casi particolarmente gravi. Spesso infatti i posti del sostegno sono coperti attraverso l’assegnazione a personale non specializzato. Questo a causa della carenza di docenti abilitati, per la quale le scuole sono costrette a correre ai ripari assegnando il posto anche a chi non ha i requisiti specifici.
LA RICHIESTA DI MAGGIORI RISORSE
“Non mi sarei mai aspettata di vivere una situazione simile – ha spiegato una delle madri dei ragazzi con disabilità – è stata un’odissea. Abbiamo contattato dodici-tredici licei ma alla fine sono stata costretta a iscrivere mio figlio in una scuola paritaria”. La donna ha deciso quindi di rivolgersi direttamente al ministro “perché questo non accada più e affinché si applichi la procedura di precedenza, come prevede la legge 104, per le iscrizioni di questi ragazzi. I nostri figli hanno diritto a studiare”.
Più in generale vengono chieste maggiori risorse per gli insegnanti sostegno e interventi straordinari per dotare le scuole di laboratori e attività idonee.
Alberto Barelli