I sindacati invitano le associazioni professionali della scuola a mobilitarsi contro il progetto di autonomia differenziata. A tale fine è stata promossa la campagna “La scuola si riprende la parola”, che prevede la costituzione di tavoli interassociativi nelle scuole.
Nell’ambito di tale progetto si sono svolti dei primi confronti con l’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc), Centro di iniziativa democratica insegnanti (Cidi), Movimento di cooperazione educativa (Mce), Proteo Fare Sapere. Quale primo passo le associazioni hanno già sottoscritto un manifesto, che è stato diffuso in questi giorni.
IL MANIFESTO DELLE ASSOCIAZIONI
“I rischi che il progetto governativo di autonomia differenziata possa affermarsi – si legge nel manifesto sottoscritto dalle quattro associazioni – nella indifferenza del Paese e degli stessi lavoratori della scuola vanno scongiurati. La scuola, infatti, vedrebbe minacciata quella funzione fondamentale che le è stata assegnata dalla Costituzione: concorrere alla costruzione e diffusione della cittadinanza, del civismo, della solidarietà, della formazione unitaria delle nuove generazioni per un Paese unito e indivisibile. Valori incedibili a qualsivoglia localismo. Il mondo della scuola deve respingere questo progetto e in questa fase deve in primo luogo contare sulle proprie forze. Deve riprendersi la parola”.
L’APPELLO DEI SINDACATI
Tra i sindacati la più critica è la Cgil. Gianna Fracassi (Flc Cgil) è netto: “La mobilitazione messa in campo con le quattro associazioni professionali più rilevanti del settore scuola è una importante iniziativa. Il nostro obiettivo è ricostruire un terreno, un tessuto comune di condivisione a partire dalle scuole. La proposta che ci viene fatta è molto interessante. Crediamo fortemente nella necessità di ricostruire un terreno professionale per il dibattito e la discussione all’interno delle singole istituzioni scolastiche. Siamo convinti che la comunità scolastica abbia la forza e la capacità di rinnovarsi. Crediamo che sia possibile farlo partendo da un processo di partecipazione più ampio e da una riflessione professionale profonda. Riteniamo che questo approccio potrebbe dare un grande contributo a una fase del nostro Paese in cui le grandi trasformazioni stanno inevitabilmente cambiando il nostro sistema scolastico”.
Alberto Barelli