LA RIFORMA DELLA RICOSTRUZIONE DELLA CARRIERA NON CONVINCE I SINDACATI

Il governo va avanti con il progetto di modifica del calcolo della carriera di docenti e personale Ata ma la riforma non convince i sindacati.

Ricostruzione di carriera docenti, per la UIL Scuola è una riforma peggiorativa per fare cassa con i lavoratori della scuola

NUOVO SISTEMA DI CALCOLO

Cosa cambia? Il servizio preruolo non sarà più quantificato per intero i primi quattro anni e per due terzi per tutti gli anni successi al quarto. Soprattutto è introdotta una modifica integrale del valore legale dell’anno scolastico. Si prevede che l’anno scolastico non venga più calcolato con i 180 giorni o dal servizio prestato continuativamente dal primo febbraio fino agli scrutini. L’anno scolastico scatterà dopo 365 giorni di servizio.

Il meccanismo di ricostruzione di carriera varrà sia per il personale docente che per il personale Ata, così come per il medesimo personale del settore Afam.

I DUBBI PER UN SISTEMA PENALIZZANTE

Per i sindacati il nuovo sistema di calcolo basato sui giorni effettivi di servizio anche per il personale docente genererebbe un danno sulle retribuzioni future di non poco conto. Questo mentre si verificherebbe un vantaggio diametralmente opposto per il Governo.

Viene quindi presentato l’esempio di un docente con 10 anni di anzianità pre-ruolo con servizio di 180 giorni per anno. Fino a oggi, essendo previsto il calcolo di un minimo di 180 giorni per il riconoscimento dell’intero anno, per la ricostruzione di carriera al docente verrebbe riconosciuti un totale di 8 anni di anzianità pre-ruolo.

Con il nuovo sistema, invece, il docente, dividendo il servizio effettivo per 365 giorni, si vedrebbe riconosciuti soltanto 5 anni di anzianità pre-ruolo.

È quindi evidente che il danno economico che il personale docente subirebbe rallentando in maniera irreversibile la propria progressione economica e vedrebbe allontanarsi sempre più il primo aumento stipendiale, oggi previsto solo dopo ben 8 anni di anzianità di servizio.

LA POSIZIONE DELLA UIL

Per Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil Scuola Rua “si tratta di una riforma in “peius” che penalizzerà le nuove generazioni e tutti i docenti neo immessi in ruolo”. Il Governo, viene spiegato, lo fa attraverso una motivazione di per sé nobile e giusta, cioè per mettere fine ad un contenzioso decennale proprio sui criteri di ricostruzione di carriera. Ma per il dirigente sindacale la conclusione è una: “ancora una volta si fa cassa con i lavoratori della scuola”.

Alberto Barelli

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