“In pochi anni l’esposizione ai supporti digitali ci ha cambiato la vita e sta incidendo anche sul sistema nervoso centrale, non in senso solo funzionale. Alcune regioni cerebrali risultano «potenziate» mentre diverse facoltà e attitudini sono indebolite in modo significativo: capiamo chi sono i vinti e i vincitori”. Attualmente molti esperti e scienziati hanno soffermato la loro attenzione sull’importanza di questo argomento. Un argomento fondamentale. Stiamo letteralmente modificando volontariamente o involontariamente a quanto pare il nostro corso evoluzionistico cerebrale? Questa è una delle tantissime domande a cui oggi anche inconsciamente spesso potremmo pensare. Quale impatto ha avuto sulla nostra vita la comparsa di Internet e di tutta la tecnologia da esso derivante? Ci rendiamo conto di quanto interiormente ed esteriormente questo impatto ci stia influenzando ed a lungo termine di come possa “mutarci”?
Nell’ultimo periodo sta emergendo la preoccupazione che queste trasformazioni non siano circoscritte solo ad aspetti funzionali del cervello, ma che possano indurre anche strutturali e molto concreti cambiamenti in specifiche aree del nostro cervello. Questo potrebbe essere solo l’inizio di un cambiamento imprevedibile, non calcolato e forse del tutto involontario che inconsciamente abbiamo innescato e che nei prossimi anni ci metterà davanti in maniera molto più estensiva un contesto che non avremmo mai potuto prevedere o immaginare.
Abbiamo già detto e fatto notare come il cervello umano sia in grado di modificarsi sotto l’interazione con il mondo circostante e i suoi stimoli e dall’influsso delle azioni proprie o delle persone che ci circondano. Infatti da questo ragionamento ne deriva l’importanza di assegnare al nostro organo più importante una straordinaria capacità: la neuroplasticità.
“La neuroplasticità indica la capacità del cervello di modificare la propria struttura nel corso del tempo in risposta all’ esperienza.”
La rete e l’era digitale forniscono costantemente un afflusso di stimoli diversificati al nostro cervello. Immaginiamo l’enorme capacità del nostro cervello di “neuroplasmarsi” e cosa potrebbe succedere se le due cose si incontrassero. Un primo effetto certamente è la frammentazione del livello di attenzione. Il costante afflusso di nuove informazioni, di nuove notifiche e di nuove sollecitazioni ci portano ad interrompere l’attenzione dalla azione che stiamo compiendo e su cui stiamo ponendo in quel momento la nostra attenzione per andare a concentrarsi e deviare quella attenzione su altro, su altro e poi su altro ancora.
In questa maniera nasce il concetto di “multitasting” che per molti aspetti può essere un valore aggiunto, ma che per altri contesti e situazione induce senza ombra di dubbio alla perdita di un filo logico di ragionamento ed anche ad un rallentamento in determinate funzioni da svolgere e portare a termine.
Alcuni studi stanno dimostrando come tutto questo influisca anche sulla capacità cerebrale di accedere alla memoria a lungo termine. Questi studi dimostrano come il dipendere costante dalla ricerca online di informazioni porti a una ridotta capacità di andare nel momento del bisogno ad attingere a dati dalla nostra memoria, questo perché il dipendere sempre più dalla ricerca di informazioni online va a ridurre la connettività funzionale e la sincronizzazione di alcune aree del nostro cervello.
Valutare gli effetti dell’utilizzo di Internet sullo sviluppo cerebrale dei ragazzi è molto difficile perché, come prima cosa, dobbiamo considera la natura della struttura cerebrale in rapida trasformazione ed evoluzione degli adolescenti.
“Fino a oggi la maggior parte di questi studi sono stati effettuati su adulti, e c’è urgente bisogno che ricerche simili siano condotte sui bambini e i ragazzi, forti utilizzatori dei media online in una fase cruciale dello sviluppo e dell’affinamento delle abilità intellettuali più elevate”
E’ molto importante che, in questo contesto storico e sociale, insegnanti e genitori, come organo di formazione scolastica e coadiuvanti alla formazione dell’individuo, si interroghino sulle conseguenze che la diffusione dei social media potrebbe avere sullo sviluppo delle abilità psicosociali delle nuove generazioni.
“Gli studi più recenti mostrano che i mondi sociali online sono processati dal cervello in maniera simile a quella con cui sono processati i network sociali del mondo reale […]. Se da una parte l’uso generalizzato dei social media non sembra porre una minaccia significativa alla salute mentale dei ragazzi a livello di popolazione generale, potrebbe invece rappresentare una minaccia per alcuni ragazzi più vulnerabili. Esposti a esperienze di respingimento da parte dei coetanei, o a fenomeni di bullismo online, questi ultimi potrebbero subire conseguenze che poi si fanno sentire nel mondo reale. Certamente vi è bisogno di azioni preventive per evitare che ciò avvenga”.
Di Luca Baldoni
1 Corriere della Sera, Danilo Diodoro, 2019 – https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/cards/come-internet-ci-sta-cambiando-cervello/cervello-online_principale.shtml
2 https://www.stateofmind.it/2017/12/neuroplasticita-cervello/
3 Joseph Firth
4 Joseph Firth